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lunedì 5 luglio 2004


...si, lo so che non è proprio una primissima visione, ma sono riuscito a vederlo solo ieri (complice anche una critica non proprio entusiasta che mi a veva fatto tentennare). Ebbene ho visto un film tenero, un documentario sincero e senza troppi condizionamenti. Ed il sudamerica è così, chi ci è stato può confermarlo, con le facce rugose e gli occhi dimessi ma orgogliosi della povera gente, che ti portano lontano: innanzitutto è necessario credere in qualcosa, ideale o utopia, ma crederci veramente, senza girare la testa per non vedere lo scempio, mentre i piccoli drammi si consumano accanto a noi, ma non abbastanza vicino da farci male. Il film mi ha sorpreso nei suoi intenti, come un film deve fare, obbligarti a uscire dalla sala e stare quasi zitto per dieci minuti, immaginare come la tua vita potrebbe essere altrove, come faresti se fossi il protagonista. Ed Ernesto Guevara de La Sarna alla fine del film diventa il Che, cambia, muta profondamente (l'attore mi aveva convinto di + in Amores Perros, ma nel complesso ha impresso il pathos necessario) ed infine, attraversando il Rio a nuoto, dimostra come un gesto può inscenare un simbolo forte per annullare i confini geografici disegnati dalla malattia, dal denaro, dalla politica, dall'odio. Grande coerenza, grande personalità, grande umanità, grande coraggio.

2 commenti:

LaLore ha detto...

Per me questo film è stato una vera sorpresa, un documentario che fa riflettere, ridere e commuovere, non è cosa da poco......


O:T: i barbapapà sono tutti,ma io mi riferivo proprio al papà che si chiama appunto barbapapà ed è tutto rosa :). grazie di essere passato e di aver lasciato un commento

anonimo ha detto...

sono pienamente d'accordo con te.A tratti il film mi ha commosso:specialmente l'applauso dei lebbrosi durante la partitella di calcio.Un gran bel film, una storia tenera, un dvd da tenere nel cassetto e da rivedere ogni volta che si ha bisogno di...tenerezza!

Ottimo il tuo blog!

stefano.bianchi69@virgilio.it