... e quattro
Ieri sera a Angrogna, un paesino di montagna con poche anime ma molto affettuose, è successo qualcosa di bello. Intendo dire che, finalmente, abbiamo iniziato a divertirci durante i concerti, complice anche l'amicizia e la stima reciproca con gli altri gruppi, anche il clima festoso e giovane (non propriamente da "sagra" di paese), anche la non-conoscenza di parecchie persone.
La cosa bella è che mi è rimasta addosso una sensazione piacevole, di appagamento, uno stato di grazia... mi sono rimasti nelle orecchie, in bocca, nel naso, sulla pelle, negli occhi i quadri dei bravissimi Paolo e Domenico, il paese abbarbicato su una valle scoscesa, tra vacche, verde, silenzio, pietra, cimitero, pace, le parole e gli stati d'animo, le melodie magistrali del jazz, la simpatia eccentrica di Luca e gli altri Nebbia, lo stile e la delicata intraprendenza di Dani, Igor, Albi e Mauri, dei Verlaine insomma, il buon vinello, l'assaggio di salumi e formaggi, il pane, i fiori, le banane della bottega che ha offerto Beppe (grazie), Fede che ci ha sostenuto, Pippo che ha sfoggiato tutti i suoi tecnicismi, tutti gli amici che abbiamo rivisto e i nuovi che abbiamo conosciuto, la stradina e il muretto in salita, le giostrine, gli gnocchi-trota, i malvida, la passione, il sentimento.
La musica.