repetita juvant o come cazzosi scrive

"ripetere giova" copio e incollo due posts dell'anno passato scritti dal buon Countrybuti, il quale inconsciamente (o no) pre-correva i tempi, tanto da rendere oggi attuali alcune tematiche importanti

sabato, 25 settembre 2004 - kr kr kr kr kr kr kr. i miei sono appena stati norvegia e al ritorno nelle loro borse rimane qualche avanzo dei loro pasti nordici. salse a base di pesce, pane, piccole cose prese negli alberghi durante la colazione. oggi al rientro dal lavoro trovo sul tavolo una strana confezione di crackers con tutte le scritte in norvegese (ma se fosse anche svedese non me ne accorgerei, chiaro). apro e assaggio con cura, neanche fossero tartufi o castelmagno. il fatto è che masticare un alimento dal sapore così comune per i norvegesi è un po' come mettersi nei loro panni x un attimo, immaginarsi al freddo di quelle latitudini in una vita così distante dalla tua e provare in via eccezionale un gusto che per loro è l'abitudine. accompagno la degustazione con un tentativo di lettura degli ingredienti. parole incomprensibili mi danno l'idea di mondi lontani e sconosciuti. poi al fondo una parola che riconosco facilmente. "Barilla", maledetta globalizzazione. (oggi: Offlaga Disco Pax - Tatranky "Danone... ci hanno davvero preso TUTTO")

 

giovedì, 30 settembre 2004 - grande esibizione l'altra sera, al caffè letterario. sull'asse torino-poirino una nuova scena, sebbene dai contorni nebbiosi, inizia vagamente a delinearsi. è un'impressione, ma forse no, e tanto non importa. mi addormento con un paio di dubbi: si sente tanto che ho l'accento di genova? e poi: frankie i-peace chiamerà ancora uno come me al mixer? con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così... (oggi: Alex Conte e la scena torinese, con i relativi riscontri)