cronache dal prato (A) Doves e Low @ Rolling Stone Milano
mercoledì si arriva a Milano presto, si chiacchiera davanti al RS ma davvero i concerti iniziano così puntuali...? ore 21,20 entriamo e sentiamo già le note di "almost forgot myself": il concerto delle Colombe è incominciato. Sul palco sono compatti e potenti, il tappeto di tastiera impasta in modo (forse) prepotente la bella chitarra di Jez Williams ed i suoi cori con il vocione di Jimi Goodwin; il live è breve e dopo 8 brani la sala si svuota. Due passi fuori giusto in tempo per incontrare Davide Toffolo "El Tofo" dei TARM e porgergli i dovuti complimenti per il casseta popular.
E poi salgono i Low, le atmosfere si decomprimono molto, molto, la gente sta pure zitta (quasi tutti) mentre Alan Sparhawk intesse note lunghe e spigolose sulla sua telecaster; subito o quasi "Californa" che fa cadenzare tutte le teste, mentre la pelle d'oca contagia tutti durante "...amazing grace" e "pissing"; l'intreccio di voci con Mimi Parker è il fulcro dei Low, che ho capito solo vedendoli dal vivo, scarni e sinceri, con la batteria suonata in piedi, con il basso di John Nichols che a volte si depriva della melodia per diventare una mera percussione, in alcune canzoni cupe ed interiori, che trasudano un umore scuro in ogni battuta
togliere, invece di aggiungere, nella semplicità portare al massimo l'emozione di ogni nota suonata, di ogni parola cantata e di ogni colpo ritmato... è una cosa molto difficile, da capire e da mettere in pratica, ma forse sta proprio lì il talento dei Low